Silvia Pasticci

MediTaggiasca è l’oliva taggiasca.

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Penso che voi lo sappiate già che sono una spagnola in Liguria, soprattutto dai miei errori grammaticali, abito nel Tigullio e conoscevo poco il ponente della Liguria, dove le spiaggie sono più larghe e di sabbia, i monti sono più selvaggi e la focaccia si chiama “figassa”.

Me imagino que ya lo sabeis que soy una española que vive en Liguria, se entiende sobre todo por los errores que cometo escribiendo, vivo en el golfo del Tigullio y conocía poco la zona del ponente de Liguria, donde las playas son más amplias y de arena, los montes más salvajes y la “focaccia” se llama “figassa”

Sono approdata a Taggia grazie all’invito di WItaly per MediTaggiasca, un evento nato per valorizzare l’oliva taggiasca, un’oliva piccola e con poca polpa dalla quale si ottiene un olio dolce e fruttato ideale anche per la realizzazione di torte dolci, nel quale non si sentono ne’ il piccante di altri olii italiani ne’ l’amaro.

He llegado a Taggia gracias a la invitación de Witaly para visitar MediTaggiasca (click en los links de arriba), el evento nace para dar a conocer y valorizar la oliva taggiasca, una oliva pequeña y con poca pulpa de la cual se obtiene un aceite dulce y afrutado ideal, incluso, para las tartas dulces, y en el cual no se notan ni las notas picantes ni las notas amargas de los aceites italianos de otras zonas.

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Quando sono arrivata alla fondazione dove si sarebbero svolti i cookingshow, che vi mostrerò in un altro articolo, stavano parlando della Valle Argentina, la valle dove si trova Taggia, e che era alla seconda Expo dei prodotti locali.

Cuando llegué a la fundación donde más tarde se iban a hacer los cookingshows, que veremos en otro artículo, estaban hablando del Valle Argentina, el valle en el que se encuentra la ciudad de Taggia, y que estaba celebrando la segunda Expo de los productos locales.

Anche se questo sarebbe un blog di cucina mi è sembrato davvero interessante quello di cui si è parlato e mi piacerebbe riassumerlo qui.

Este, en teoría, es un blog de cocina pero me ha parecedo muy interesante todo lo que he escuchado y me gustaría hacer un resumen aquí.

Appena arrivata c’era una Consigliere Comunale di Molini di Triora, Signora Vassilana, che parlava di un mulino che vorrebbero recuperare e usare sia a scopo museistico che per fare delle mostre, ispirandosi alle expo di vallata che in Liguria sono iniziate in provincia di Genova.

En cuanto llegué empezó a hablar una Concejal del Ayuntamiento de Molini di Triora, la Señora Vassilana, que contó como estaban intentando recuperar un molino para hacer, sea un museo que muestras, inspirándose a las expos de los valles de otras zonas de Liguria, en particular los de la provincia de Génova.

Molini di Triora

Abitando nel Tigullio posso dire che è vero, da quando abito qui (ormai sono arrivata nel 2003) ogni tanto si fanno delle fiere, per me è bellissimo vedere un popolo – che è diffidente come lo si dipinge – unirsi per il bene comune; per far conoscere i propri prodotti e per unire il consumo dei prodotti alla conoscenza della terra dove sono nati.

Viviendo en el Tigullio os puedo decir que es verdad, desde que vivo aquí (llegué en el lejano 2003) de vez en cuando se hacen de las muestras-mercado, para mí es estupendo ver a esta gente – tan desconfiada como la pintan – colaborar y unirse por el bien común; por dar a conocer los proprios productos y por unir el consumo de los productos al conocimiento de la tierra donde han nacido.

Dopo questo intervento è arrivato il momento di Giuseppe Gandolfo e Giampiero Laiolo, introdotti da Luciano Beranser di L’oro di Taggia, associazione nata per la valorizzazione dell’oliva taggiasca ed il suo territorio. Il primo ha fatto delle ricerche per poter arrivare alla concessione della D.O.P. all’oliva taggiasca in salamoia (vi assicuro che vale il prezzo che costa anche se la polpa è davvero poca, il punto amaro leggero e la sua sapidità la rendono un gioiello da mangiare).

Después de la intervención de la concejala llega el momento di Giuseppe Gandolfo y Giampiero Laiolo, presentados por Luciano Beranser de L’oro di Taggia, una asociación nacida para dar valor a la oliva taggiasca y a su territorio. El primero ha llevado a cabo investigación para llegar a la concesión del certificado D.O.P. a la oliva taggiasca en salmuera (os aseguro que vale el precio que questa aunque la pulpa sea verdaderamente poca, el punto amargo ligero y su sabor hacen de ella una joya de comer).

Giuseppe Gandolfo Giampiero Laiolo

Da brava ignorante in materia non sapevo che per ottenere la D.O.P. per un prodotto alimentare ci volesse anche una ricerca di documentazione storica. La D.O.P. non viene concessa senza conoscere l’importanza della produzione e la sua storia legata al territorio.

Como buena ignorante que soy no sabía que para obtener la D.O.P. de un producto alimenticio hiciera falta una busqueda de documentación histórica. La D.O.P. no se concede sin conocer la importancia de la producción y de la historia que la liga al territorio.

Giuseppe Gandolfo ci raccontava delle sue interviste agli anziani della zona, purtroppo mancano i documenti delle ditte produttrici (imprescindibili per la D.O.P.). Fermarsi a sentir parlare gli anziani è fantastico, basta lasciarli parlare a ruota libera che si scoprono delle perle…

Giuseppe Gandolfo nos contaba de sus entrevistas a los ancianos de la zona, desgraciadamente faltan los documentos de las empresas productoras (imprescindibles para la D.O.P.). Escuchar a los abueletes cuando hablan es estupendo, les dejas a hablar sin interrumpirles y se descubres autenticas maravillas…

Il buon signore intervistato da Gandolfo raccontava che le olive si regalavano o si mangiavano a casa, non si vendevano. Le vendevano a Nizza crude dove poi le trattavano per fare l’aperitivo, perchè lui l’aperitivo lo faceva in Francia – a Nizza, dove andavano a parare le olive taggiasche che poi i nizzardi trattavano con prodotti chimici in modo da poterle mangiare in pochi giorni, al contrario del lungo processo di salamoia tradizionale – e là l’aperitivo lo faceva proprio con pastisse e olive taggiasche perchè in Italia non aveva ancora preso piede. Oggi, che tutti conosciamo perfettamente cosa voglia dire il rito dell’aperitivo, sembra strano sentire che negli anni 40 appena si faceva e che l’abitudine è arrivata dalla Francia…

El buen vejete entrevistado por Gandolfo contaba que las aceitunas se regalaban o se comían en casa, no se vendían. Las vendía crudas en Niza donde las trataban para tomarlas con el aperitivo, porque el vejete el aperitivo lo tomaba en Francia – en Niza, donde iban a parar las aceitunas taggiasca que los franceses trataban con sosa caústica y otros productos químicos de manera que se curaran antes, al contrario del largo proceso de salmuera tradicional – y en Niza, nuestro abuelete, se tomaba el aperitivo con pastisse y aceitunas taggiasca porque en Italia todavía no estaba de moda tomar el aperitivo. Hoy, que todos conocemos el rito del aperitivo, nos parece rarísimo oír que en los años 40 casi nadie lo tomaba y que la costumbre llegó de Francia…

Il Signor Giampiero Laiolo, dell’associazione A Lecca, invece, ci ha mostrato tantissimi antichi documenti che dimostrano che se l’oliva si chiama “taggiasca” non è un caso e che quel tipo di oliva è proprio di Taggia. Dato che durante il medioevo le terre erano proprietà della chiesa e che i frati scrivevano tutto ci sono documenti datati 752 d.C. dove si parla di terre ricevute in regalo nei dintorni di Lucca dove ci sono gli ulivi (questi ulivi li troveremo sempre in zone lacustri o di mare).

El Señor Giampiero Laiolo, de la asociación A Lecca, nos mostraba muchísimo documentos antiguos que demuestran que la oliva se llama “taggiasca” no por casualidad, sino porque este tipo de oliva es de Taggia. Visto que durante la Edad Media las tierras eran de propiedad de la iglesia y que los frailes lo escribían todo existen documentos del 752 en los que se habla de las tierras recibidas como regalo en los alrededores de Lucca donde hay olivos (en todos los documentos los olivos se encuentras en zonas de mar o de lago).

Al giorno d’oggi comprare una bottiglia di olio d’oliva per noi è un gesto automatico, che facciamo senza pensare, ai tempi l’olio d’oliva era un prodotto di lusso. Si usava per le lampade per illuminare gli altari, in profumeria, come prodotto sanitario e, in ultimo, per uso alimentare.

A día de hoy comprar una botella de aceite de oliva es un gesto automático, que realizamos sin pensar, en aquellos tiempos el aceite de oliva era un producto de lujo. Se usaba para las lámparas que iluminaban los altares, en perfumería, como producto sanitario y, solo en último lugar, para uso alimentario.

A livello “antropologico” è stato davvero interessante assistere a questa parte della conferenza. C’è sempre qualcosa da imparare, serve sempre ad apprezzare quello che si ha.

A nivel “antropológico” ha sido muy interesante asistir a esta parte de la conferencia. Siempra hay cosas que aprender, sirve a aprender a valorar lo que tenemos.

Ora vorrei presentarvi un po’ di produttori della zona che ci hanno parlato tra uno chef e l’altro dei loro prodotti, le loro fatiche ed i loro sacrifici.

Ahora querría presentaros algunos de los productores de la zona que nos han contado su historia y la de sus productos, sus fatigas y sus sacrificios, entre un chef y otro.

Franco Roi, di Olio Roi azienda di famiglia da generazioni, raccontava come ha girato l’Europa 32 anni fa con il sacco a pelo pur di far conoscere il suo prodotto e di come, iniziando dalla Germania per poi raggiungere la Svizzera e la Norveggia con successo, parlando con Oscar Farinetti del prodotto questo finisce per proporgli di diventare il responsabile del reparto olio d’oliva di Eataly. Per la cronaca, ero seduta accanto a lui e poi mi sono spostata lasciando una sedia tra me e lui, avrà pensato “questa è pazza” in realtà l’ho fatto per scrivere senza dargli delle gomitate… le mie solite figuracce!

Franco Roi, de Olio Roi empresa de la familia de varias generaciones, nos contaba como hace 32 años empezó a recorrer Europa con su saco de dormi para dar a conocer su producto, empezó en Alemania para después pasar a Suiza y a Noruega con éxito, y de como hablando con Oscar Farinetti de Eataly ha acabado por ser el responsable del aceite de oliva de la cadena de supermercados de productos particulares. Tanto para entendernos, estaba sentada a su lado sin saber quien era y me cambié de sitio por dejar una silla entre los dos, él habrá pensado “y esta loca?”, en realidad lo hice por no darle codazos mientras escribía… hago siempre las mismas tonterías!

FrancoRoi-OlioEataly

 

Poi, che dire, c’erano tanti altri produttori che ci hanno raccontato le proprie esperienze.

Qué decir, había muchos agricultores y ganaderos que nos contaban sus experiencias.

L’allevatore di pecora brigasca, poi diventato presidio slowfood, che ha deciso di fare i tappetti con la lana delle sue pecore perchè smaltirla è carissimo (ce ne rendiamo conto???). Di come l’amore per questa particolare specie che produce circa la metà di latte al giorno che le altre, solo 800g, lo porta a spendere 17 euro per quintale, al posto di 7, per il fieno più simile alle erbe che le pecore possono mangiare quando non è freddo… cosa dire, senza persone come lui questo sarebbe un mondo molto più brutto! pst, mi sono portata un pezzo del suo formaggio a casa e 3 giorni dopo non ce n’è quasi più…

El ganadero de ovejas brigasca, su queso se ha convertido en presidio slowfood, que ha decidido hacer alfombras con la lana de sus ovejas porque eliminarla es carísimo (no me lo puedo creer). De como el amor por esta particular especie, que produce solo 800g de leche al día, la mitad que otras especies, lo lleva a gastarse 17 euros por cada 100 kg de paja, en vez de los 7 habituales, paraque las ovejas coman una paja que contenga las hierbas que comen cuando están en libertad…. qué decir, sin personas como él este mundo sería peor de lo que es! pst, compré un trozo de queso y después de solo 3 días queda poquísimo…

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Poi c’era la signora della Azienda Agricola Garino, che ci raccontava dei mercati di Coldiretti che fanno tre volte a settimana e di come i supermercati abbiano portato a trovare (e comprare) sempre i soliti prodotti e a non capire più la stagionalità…

Después llegó la señora de la Azienda Agricola Garino que nos contaba de los mercados del productor al consumidor, sin intermediarios, que hacen tres veces a la semana y de como los supermercados nos hayan llevado a encontrar y comprar siempre las mismas cosa y a no saber cuales son las estaciones de las diferentes frutas y verduras…

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Chi era presente ha anche conosciuto altri produttori della zona: di olio, di vino, di formaggi di mucca, di olio essenziale di lavanda… insomma, se si aveva voglia di imparare e di conoscere altre realtà lontane dai ritmi della città e della spesa al supermercato, si era nel posto giusto!

Los presentes conocimos a otros productores de la zona: de aceite, de vino, de quesos hechos con leche de vaca, de aceite esencial de lavanda… total, que si se tenían ganas de aprender y de conocer otras cosas más allá del ritmo de la ciudad y de la compra hecha en el supermercado, en MediTaggiasca estábamos en el sitio perfecto.

Godetevi i vostri Pasticci ed alla prossima, o anche su facebook!

Besos.