Silvia Pasticci

Piemontesi falsi e cortesi.

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502bisPiemontesi falsi e cortesi.

Così mi avevano detto si dicesse dei piemontesi… dopo tre giorni passati a Cuneo stento a crederci.

Ci ho impiegato un bel po’ a scrivere questo articolo, tra malanni di Figlio e miei il mese non è stato dei migliori ma poi, credo che sia quasi quasi stato un bene. I ricordi mi sono rimasti nel cuore, molto vividi, come se fossi stata a casa di Maria e Paola domenica scorsa. E poi, ora la Val Maira sarà assolutamente spettacolare; le ultime foglie, le prime nevi e polentate… direi che per voi è il momento ideale per prenotare!

Il giovedì precedente alla Fiera del Marrone di Cuneo, e ve ne parlo qui del cooking show, parto con Maria e Paola – adorabili madre e figlia – alla volta di Dronero e della Val Maira. Loro hanno un hotel, l’albergo Roccerè (Roccerè è anche il nome del monte che si nasconde dietro le nuvole nella foto sopra) e mi portano a conoscere meglio le bellezze della Val Maira. Entrambe sono appassionate della loro terra e vogliono che sia visitata, che cresca, che i giovani non debbano andare via perchè la terra è lasciata morire…

Prima di portarmi nel loro accogliente albergo andiamo a visitare i Ciciu, un parco naturale dove, ogni tanto, spuntano questa specie di “funghi” di roccia. Ovviamente per questo esiste una ragione scientifica che ha a che fare con argilla, calcare ed erosione ma è più bella la leggenda popolare. Un cristiano scappava dai romani e, vedendo che stavano per prenderlo, chiese a Dio di aiutarlo e Lui li fece diventare rocce per salvarlo.

ciciu

Il parchetto è delizioso, pieno di passeggiate da fare, molto ben tenuto e con una zona di parchetto e di pic-nic, l’ideale per andarci nelle giornate calde con i bambini.

Dopo la gita ci siamo incontrate con altri albergatori della zona che volevano fare conoscere la Val Maira a dei turisti francesi dediti alle passeggiate in montagna, essendo la Francia al di là del confine è facile che incontriate dei cittadini francesi durante le vostre passeggiate in montagna a Cuneo.

Facciamo un giro a Dronero, una città deliziosa, mediovale, con il mulino ancora funzionante per macinare il mais per la polenta, con un piccolo castello coperto da edere rosse che fa ammattire e con un ponte che quel goloso del diavolo non lasciava mai finire, facendolo crollare ogni volta finchè le persone di Dronero non lasciarono cadere una forma di formaggio e, uscendo il diavolo a prendere quel ben di Dio, fu ammazzato dai droneresi.

Collage DroneroPurtroppo a metà gita a Dronero si mise a piovere e siamo rientrati…

Dopo un riposo nella mia camera, una grande e accogliente camera, salgo in sala per la cena…

Paola al servizio e Maria in cucina… non vi sto a dire… anzi, sì che vi dico! avrei voluto rapirle per avere delle magnifiche cene come quella che ho fatto da loro ogni giorno!!!!

antipasto roccerèInizio con una pancetta coppata dal gusto dolce, forse tra le erbe e spezie usate per aromatizzarla non c’era il solito aglio, accompagnata da castagne sciroppate e nocciole croccantine. Delizia…

primo roccerèArriva il primo… e io non ho un buon rapporto con gli gnocchi. Questi, per saziare il contadino che ha lavorato tutto il giorno, sono conditi con panna e burro nocciola. Li guardo è penso “Silvia, non ce la farai mai”. Dopo qualche minuto mi dico “ma dove sono andati a finire gli gnocchi che avevo sul mio piatto?”. Accidenti a me che non so farli buoni gli gnocchi!! questi erano deliziosi, morbidi ma non sformati, senza gusto di farina, soavi in bocca e poi quel tocco di burro… Se mi avessero dato una bacinella di gnocchi li avrei mangiati senza problemi, ecco.

secondo roccerèSe Parigi val bene una messa Cuneo val bene una visita anche solo per mangiare formaggi… Quanta bontà in un solo piatto! Ho mangiato una toma stagionata che si scioglieva in bocca, un formaggio fatto stagionare nei vinaccioli, il nostrale erborinato (una caciotta erborinata non dura come il Roquefort e che mantiene un retro gusto di latte fresco) e un formaggio stagionato di capra che, però, mangiato alla fine rinfrescava la bocca. E tutto questo accompagnato da cugnà, una marmellata fatta con tutti i frutti dell’autunno, confettura di zucca fatta con una zucca che non si sfalda, miele e mirtilli. La lussuria più estrema racchiusa in un piatto.

Malgrado non respirassi più dopo tanto mangiare Paola, bella sorridente, mi ha portato una torta di pere, cioccolato e amaretti… come si fa a rifiutare la torta preparata dalle manine sante di Maria? ovvio che era buonissima e, soprattutto per me, poco dolce, l’ideale per finire la serata prima di andare nella mia calda stanza. Perchè il giorno dopo ci siamo svegliati con un pochino di neve!

torta roccerè

Direi che se siete piemontesi, liguri, lombardi, valdostani o emiliani (giusto per non andare troppo lontani) avete un’idea sul da farsi questo fine settimana, non vi pare?

Approfitto dell’articolo per ringranziare ancora una volta Paola e Maria del Albergo Ristorante Roccerè per l’accoglienza che mi hanno offerto, abbiamo chiacchierato per delle ore come se ci conoscessimo da una vita. ‘E stato un autentico piacere conoscervi.

Grazie.