Silvia Pasticci

Romice in cucina con il Calendario del Cibo Italiano.

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Il Calendario del Cibo Italiano oggi celebra la Giornata Nazionale delle Erbe Spontanee e una parte di noi collaboratori abbiamo avuto la possibilità di prendere parte ad una masterclass dedicata proprio a le erbe spontanee, io ho lavorato insieme ad Antonella Eberlin di Cucino Io e questo è quello che abbiamo imparato e vorremmo raccontarvi, ringraziando la food blogger Anna Rita Rossi, lo scrittore Sergio Rossi (specializzato in tradizione gastronomica) e lo Chef Andrea Dentone per i consigli su abbinamenti di gusti e preparazioni.

Siamo stati guidate in questa avventura dal Professor Andrea Pieroni che insegna Etnobotanica nell’Università delle Scienze Gastronomiche di Slow Food, non tanto a livello botanico quanto a livello etnografico.

Il Professore studia la tradizione culinaria italiana legata alle erbe spontanee, le erbe scelte per questa Masterclass sono quelle più adatte al periodo in cui ci troviamo, ma sono state scelte anche perché a livello sensoriale sono molto diverse tra loro; si passa dall’amaro, al piccante, all’acidulo, l’intento è quello di aprire le nostre vedute gastronomiche con dei sapori che non troviamo al supermercato e senza fare fatica, le erbe spontanee scelte si trovano facilmente rivalutando il concetto di Km 0.

Le prescelte sono state la nepitella, il luppolo, la grattalingua, il finocchio selvatico, l’ortica, la portulaca, il serpillo, l’elicriso, il dente di leone e, per ultimo il romice che è il protagonista del nostro piatto.

I diversi tipi di romice edibile che trattiamo sono rumex alpinus, rumex crispus L. e rumex obusifolium L., si tratta di una pianta spontanea e perenne che arriva fino ad un metro e mezzo di altezza, con un grande rizoma strisciante e ramificato di colore rossastro.

FOTO DI http://www.floraitaliae.actaplantarum.org/

In fitoterapia sono riconosciute le sue qualità anti-malariche, anti-fungine, anti-batteriche e, grazie a recenti studi, anti-proliferative su cellule cancerogene.

Le foglie colte in primavera sono usate cotte in zuppe insieme ad altre erbe spontanee delle zone montane italiane così come nel Caucaso, Balcani e Kurdistan dove è conosciuta come “erba dei pastori” o nell Sud-Est europeo che viene usata per creare i “sarma”, gli involtini di riso alla greca, la cui versione più prelibata è quella avvolta dal romice in primavera e quaresima.

Nella francese Val-Sangone si produce una confettura somigliante al rabarbaro ed è questa, la versione dolce dell’erba, quella che ha scelto Antonella di Cucino Io, la mia compagna virtuale di banco.

Bicchieri di crema di latte al romice con frolla all’avena e caramello al romice.

Ingredienti per 6 persone

Crema di latte:

  • 700 ml di latte intero.
  • 130 g di farina 00.
  • 70 g di farina di riso.
  • 300 g di zucchero semolato.
  • 6 uova medie.
  • 20 g di foglie di romice
  • Vaniglia.

Frolla di avena:

  • 100 g di farina avena.
  • 50 g di burro, freddo.
  • 1 uovo intero.
  • 50 g di zucchero semolato.

Per il caramello:

  • 100 g di zucchero.
  • 75 g di infuso al romice.

Per la crema di latte mettete a bolllire il latte con la vaniglia e le foglie di romice. Togliere dal fuoco quando bolle e passare il latte al mixer in modo da frullare le foglie di romice.

Sbattete le uova con lo zucchero, aggiungere la farina bianca e la farina di riso, poi il latte intiepidito. Rimettete a cuocere sul fuoco lento, continuando a mescolare fino a che la crema si è raddensata, ci vorranno 10/15 minuti. Fate attenzione perchè si raddensa molto velocemente.

Porzionate nei bicchieri e lasciate raffreddare.

Per la frolla rompete un uovo nella farina e mescolate. Aggiungete il burro freddo e lo zucchero e impastate, velocemente fino ad ottenere un panetto che riporrete in frigo per una mezz’ora.

Intanto scaldate il forno a 180°. Stendete l’impasto e cuocete per 20 minuti.

Per il caramello fate un infuso di romice mettendo le foglie in acqua calda e lasciate raffreddare per 2 o 3 ore. In una casseruola dal fondo spesso mettete lo zucchero e l’infuso, lasciate cuocere mescolando con un cucchiaio di legno finche non prende un colore oro.

Sbriciolate i biscotti e irrorate la crema con il caramello appena tiepido e servite.

Godetevi i vostri Pasticci ed alla prossima!

Besos.

14 Commenti

  1. Silvia (Autore Post)

    Grazie!

  2. Manu

    Un dolce apparentemente semplice e l’uso del romice ( che ho sempre considerato un’erbeccia prima del master) lo ha reso veramente intrigante
    Bravissime

  3. Silvia (Autore Post)

    Grazie!

  4. Camilla

    Ohhhhh mamma mia! Questi bicchierini sono deliziosi 😛

  5. Silvia (Autore Post)

    Nessun problema, questi sono i piccoli guai di lavorare in coppia 😉 :-*

  6. Silvia (Autore Post)

    Anch’io ora guardo le erbe in giro con occhi diversi… speriamo che il prossimo corso sia presto!

  7. Pattypa

    Tu e Antonella… ho sbagliato! 😀

  8. Pattypa

    Prima di questo corso ignoravo il romice… Tu e Silvia avete creato un dolce fantastico, complimenti! Un bascione e al prossimo corso

  9. Silvia (Autore Post)

    Grazie mille Serena!

  10. Serena

    Dopo la masterclass adesso so cosa sia il romice, sai quante volte l’ho visto e non sapevo che si potesse utilizzare in cucina!? il dessert che avere realizzato è un vero omaggio al lavoro fatto, interessante anche la frolla con l’avena da provare

  11. Silvia (Autore Post)

    Brava Anna Rita che è stata sempre di supporto e ha cercato i migliori docenti possibili!

  12. alessandra

    Brave ragazze, perche’ il vostro bicchierino mette fame al solo vederlo. ci sono tutte le consistenze di un dolce complesso e, soprattutto, c’e ‘ il romice al centro, richiamato sia nei toni morbidi della crema, che in quelli sciropposi del caramello. Bella anche la scelta dell’avena, cme base del biscotto al crumble, che rende il dessert ancora piu’ “naturale”. Bravissime!

  13. Silvia (Autore Post)

    Grazie a te!

  14. Antonella

    grazie di tutte le info

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